Poe e la Cacciatrice di Draghi by Licia Troisi

Poe e la Cacciatrice di Draghi by Licia Troisi

autore:Licia Troisi [Troisi, Licia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-02-03T12:00:00+00:00


16

Mi ero fatta dare una piccola quantità di sangue di drago per evocare il Pozzo e avevo preso anche un po’ di gas. Il resto l’avevo lasciato alla ragazza bionda per le sue analisi.

Avevo scelto un tunnel, come punto di partenza. A salutarmi c’era solo mia sorella. Damyan, ovviamente, non si era presentato. Imogen non mi fece domande. Non era diventata solo una guerriera valorosa, ma aveva anche imparato a essere discreta quando si trattava dei casini esistenziali degli altri. Un’adulta fatta e finita, non c’era che dire, a differenza mia, che continuavo a sentirmi bloccata in un’eterna adolescenza.

Attesi qualche secondo. Dentro di me, speravo che Damyan comparisse, anche se sapevo che era impossibile. Ma come una qualsiasi ragazzina di qualunque parte del multiverso – la giovinezza, ho imparato, è un’altra di quelle cose universali – speravo che le cose potessero aggiustarsi da sole. Il senso di colpa mi schiacciava come un masso.

«Direi che è ora» mi richiamò all’ordine mia sorella. Annuii.

Feci quel che dovevo, e ai miei piedi si aprì una pozza nera, liscia e lucida come una lastra di ossidiana.

«Sarò di ritorno prima possibile» dissi.

«Prenditi il tempo che ti serve» rispose Imogen. La guardai per qualche istante, quindi le saltai al collo, anche se avevo poco tempo e rischiavo che il Pozzo si richiudesse. Avevo bisogno di stringerla a me. Non sono mai stata brava con le parole, e, quando non ci arrivavo con quelle, il corpo sopperiva.

«Va tutto bene» mi sussurrò, e capii che le parti si erano definitivamente invertite. Ora, quella che proteggeva l’altra era lei. Un tempo questa cosa mi avrebbe fatta impazzire. Adesso, invece, mi scaldava il cuore, mi dava la sicurezza di non aver fallito in tutto, nella vita. Certo, la trasformazione di Imogen era solo in piccolissima parte merito mio, ma mi piaceva credere che ciò che avevamo affrontato insieme l’avesse aiutata a trovare la sua strada. Quindi mi staccai rapida e saltai nel Pozzo.

Appena riemersi fui avvolta dall’odore forte e speziato del drago. Il Pozzo si richiuse un attimo dopo, segno che effettivamente mi ero attardata troppo con mia sorella. Mi accolse il solito cielo venato di nubi viola, assieme al paesaggio desolato di pietre aguzze. In qualche strano modo, che non riuscivo a spiegarmi, mi sentivo a casa.

Di fianco a me giaceva una carcassa semidecomposta. Un enorme drago. C’era sangue ovunque, di fatto ero emersa in una pozza di sangue che sgorgava da una ferita. Era uno squarcio profondo, netto, senza dubbio inflitto col Lakhshi. Accarezzai i lembi di pelle tranciati di netto, affondai la mano nella ferita. Il cuore non c’era. Uccisione rituale. Del resto, Laryssa adesso era sulla Terra, e l’altro Cercatore era morto. Forse ora Lakheeta e i suoi draghi avrebbero trovato un po’ di pace.

Mi domandai se fosse opera di Threena. La immaginai muoversi con la sua solita eleganza e letalità, e qualcosa di profondo mi si mosse nello stomaco. Avevo provato a non pensarci, a scacciare la sua immagine, ma se con la mente riuscivo in qualche modo a tenerla lontana, il mio corpo sentiva insopprimibile la sua mancanza.



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